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Stefania Aphel Barzini

SEMINARI ONLINE

Tavola Migrante

Racconti di donne, cibo e cultura

Nel corso dell’evento la donna migrante in questione farà un piatto della sua tradizione culinaria da lei scelto. Il piatto deve essere non solo rappresentativo del paese di provenienza ma anche della sua storia personale, vuoi perchè un piatto tradizionale della sua famiglia, vuoi perchè era consumato in momenti particolari della vita famigliare, vuoi perchè il piatto che più consumavano a casa, vuoi perchè occupa un posto particolare nella sua storia personale. Mentre cucinerà insieme racconteremo la sua storia, da dove viene, come è arrivata qui, ecc. insomma l’incontro sarà una sorta di story telling usando il cibo come mezzo non solo per raccontare la propria storia ma anche per conoscersi e imparare a integrarsi, sia da parte di noi italiani che dalle donne migranti. Gli ospiti italiani potranno intervenire quando vogliono raccontando le loro esperienze e le loro storie di integrazione e incontro di altre culture in cucina e a tavola. Alla fine dell’evento consumeremo simbolicamente insieme il piatto cucinato. Ogni evento si aprirà con un mio breve racconto su un piatto della nostra cucina universalmente considerato “italianissimo” e che invece racconta una storia di ibridazioni, migrazioni e contaminazioni.

DATA: 3 dicembre 2020
ORE: 10:30

Il profumo dello zafferano

L’ Azerbaijan e le storie di tradizione, contaminazioni culturali in cucina da madre in figlia

A cura di Stefania Aphel Barzini
Con la partecipazione di Dilruba Bashirova e Pasquale Compagnone

Lo story telling intorno a una tavola tra cibi della tradizione diviene motivo per parlare di storie di cultura e migrazione dando voce alle donne, che ci raccontano di storie familiari e di emancipazione femminile legate al loro Paese di origine.

Dilruba Bashirova è una giovane donna dell’Azerbaijan arrivata ai fornelli di Gustamondo, ristorante che possiamo definire un simbolo della cucina migrante della capitale. Dilruba ha incontrato Gustamondo attraverso un tirocinio formativo propostole dal centro di accoglienza dove è ospitata con i suoi 3 figli .
Primi passi in cucina: la sua è una tradizione di famiglia, ha iniziato, infatti, a cucinare i piatti della tradizione azera, turca, russa e talish (il suo gruppo etnico) nella tavola calda del padre a Mosca. Dal 2018 è in Italia e ha trovato finalmente il posto giusto per lei, per continuare a coltivare la sua passione per le cucine del mondo.
Ricette del cuore: SHAH PLOV, traduzione il “Re dei risi”. Si tratta di un piatto della tradizione azera composto da riso basmati con frutta secca, carne, datteri, cipolla curcuma e zafferano il tutto avvolto in un impasto di pasta fillo. Con questo piatto ha partecipato al concorso “Integriamoci a Tavola”.
Ingredienti preferiti: lo zafferano. Quando ne sente l’odore il pensiero va all’Azerbaijan, ai piatti che le cucinava la mamma quando era ancora una bambina.

Pasquale Compagnone è proprietario del ristorante Gustamondo che ha fatto nascere a Roma nel 2017. Gustamondo non e’ solo un ristorante ma un vero e proprio progetto di integrazione tra culture diverse attraverso il cibo. Propone, infatti, un’integrazione economica e sociale di rifugiati politici e migranti che si confrontano tra i fornelli. Nel ristorante etnico ed etico, sono infatti impiegati – come Chef e responsabili di sala – uomini e donne che erano già cuochi o ristoratori nei loro paesi di provenienza.
Il progetto “Gustamundo”, sostenuto e finanziato dal ristorante messicano El Pueblo offre opportunità lavorative e di sviluppo professionale a persone che vivono in condizioni di fragilità e a rischio di emarginazione. Nel progetto, la diversità di origine e cultura è trasformata in una fonte di arricchimento reciproco.
Situato nel quartiere di Valle Aurelia, a pochi passi dal Vaticano, questo piccolo “porto culinario” ha attivato nel corso dei primi due anni di attività numerose collaborazioni con partner strategici quali ad esempio: numerosi CAS e SPRAR di Roma e dintorni, Humiltas Onuls, Comunità di S. Egidio, Caritas Italiana, IIS Domizia Lucilla (progetto sull’alternanza scuola – lavoro), Croce rossa italiana. Un vero esempio di come si possa promuovere la multiculturalità attraverso il cibo.

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